Comunicato stampa
COBAS – Comitati di Base della Scuola
Coordinamento Regionale Siciliano
Il TAR Sicilia con ordinanza n. 1338/2016, ha imposto al MIUR, attraverso l’U.S.R. Sicilia – Ambito Territoriale della provincia di Trapani, di sdoppiare una “classe pollaio” di un Istituto comprensivo di Castelvetrano (TP) riconoscendo “che, ad un sommario esame proprio della fase cautelare, il ricorso appare assistito da sufficiente fumus boni iuris tenuto conto del combinato disposto di cui agli artt. 5 e 9 d.p.r. n. 81/2009 in tema di composizione delle classi della scuola dell’infanzia, per di più in presenza di alunni disabili, di talché, sussistendo anche il requisito del periculum in mora (visti gli interessi coinvolti), può accogliersi l’istanza cautelare proposta”.
Esattamente quanto sosteniamo da sempre: l’eccessivo numero di alunni per classe, oltre a aggravare i rischi relativi alla sicurezza, incide negativamente sulla qualità della didattica pregiudicando la formazione degli alunni e, in particolar modo, non consentendo la piena integrazione dei disabili.
I genitori degli alunni, rappresentati e difesi dall’avv. Mariachiara Garacci legale dei Cobas Scuola della Sicilia, hanno impugnato il “provvedimento … nella parte in cui dispone la formazione per l’a.s. 2016/2017 della classe II A con un numero di alunni, in presenza di disabili, eccedente ed in contrasto con le disposizioni normative vigenti”.
L’ordinanza cautelare interviene tempestivamente a correggere una troppo frequente stortura presente in troppe classi delle scuole siciliane, dove la logica del risparmio presente nella politica scolastica di questi anni determina un illegittimo sovraffollamento delle aule e la mortificazione del diritto all’integrazione degli alunni disabili.
Il MIUR è stato anche condannato al pagamento delle spese di giudizio.
Un nuovo successo contro le “classi pollaio”, che si aggiunge alle sentenze del TAR Palermo n. 2250/2014 e n. 1831/2015, per l’avv. Mariachiara Garacci e i Cobas Sicilia che continueranno a sostenere i diritti degli alunni e delle famiglie, perché siano rispettate almeno le condizioni essenziali di vivibilità: numero di alunni per classe, capienza delle aule, piena integrazione dei disabili.