La Corte di Appello di Roma conferma la condanna nei confronti nei confronti della Presidenza del Consiglio dei Ministri e dell’ARAN rispetto all’avvio del procedimento di contrattazione collettiva per i Comparti della scuola, dell’università, della ricerca, dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica e delle relative aree dirigenziali.
Il Tribunale di Roma aveva assunto tale decisione rispetto un ricorso proposto dalla Federazione Lavoratori della Conoscenza (rappresentate nel suddetto giudizio dai legali Francesco Americo di Roma, prof. Avv. Vittorio Angiolini, Isetta Barsanti Mauceri, Luca Formilan e Alessandro Basilico) che in più occasioni aveva contestato l’irragionevole blocco prolungato della contrattazione collettiva.
Secondo il Tribunale di Roma, nonostante la recente pronuncia della Corte Costituzionale, l’Amministrazione è rimasta totalmente inerte ovvero non ha in alcun modo avviato le procedure di contrattazione collettiva né gli atti alle stesse prodromiche.
Quindi, si leggeva nella decisione: “ Appare evidente che la inerzia della pubblica amministrazione potrebbe vanificare, ed anzi eludere, la rimozione della causa di sospensione della contrattazione collettiva compiuta per effetto della sentenza n. 178/2015. Contribuendo così ad alterare ulteriormente la dinamica negoziale “ in un settore che al contratto collettivo assegna un ruolo centrale (sentenza n. 309 del 1997, punti 2.2.2, 2.2.3 e 2.2.4 del Considerato in diritto).
Da tanto è derivata non solo l’ordine di procedere senza ulteriore ritardo ad avviare il procedimento di contrattazione collettiva nei suddetti comparti ma anche la condanna dell’Amministrazione al pagamento delle spese legali liquidate in € 3.500 oltre iva, cpa e rimborso di spese generali.
L’Amministrazione ha deciso appellare tale decisione chiedendo, alla Corte di Appello di Roma, la immediata sospensione paventando il pericolo che dalla stessa sentenza potesse derivare un rilevante contenzioso da parte dei lavoratori del Comparto finalizzato ad ottenere il risarcimento dei danni subiti.
Anche questa volta vengono accolte le tesi sostenute dai legali e la Corte di Appello con ordinanza del 19 maggio 2016 respinge ancora una volta le richieste della Presidenza del Consiglio dei Ministri del Miur e dell’ARAN finalizzate a ritardare il percorso di riconoscimento dei diritti fondamentali dei lavoratori.
Avv. Francesco Americo