Entro dicembre era prevista l’emissione di un Bando di concorso, non male che non ve ne sia ancora traccia visto che almeno con D.M. 980 del 31 dicembre 2015 è stato finalmente costituito il Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione e, guarda caso, il suo primo compito è stato proprio di esprimere un parere sul prossimo imminente concorso pubblico per l’assegnazione di posti e cattedre, per titoli ed esami, finalizzato al reclutamento del personale docente nelle scuole dell’infanzia, primaria, secondaria di I e II grado, atteso per la seconda settimana di febbraio.
Il parere, n. 922 del 28 gennaio 2016, è stato adottato nel rispetto di ristrettissimi tempi (15 giorni) imposti al Cspi dal Ministero, ma appare oggi l’unica tappa certa nel marasma di attese e date che sta già caratterizzando la procedura concorsuale.
Oltre che onorare il suo impegno nei tempi previsti, il Cspi ha già offerto la propria disamina in chiave patologica del tanto atteso Bando di concorso, evidenziando (anche se un po’ blandamente .. in “sindacalese”) come la selezione appaia già disarmonica con la realtà del lavoro nella scuola e con i precedenti giurisprudenziali che stanno decidendo e risolvendo, pur nelle sedi sbagliate, alcuni profili di antica patologia del sistema di reclutamento. Ci riferiamo a temi quali la necessità di stabilizzazione del precariato, la cattiva gestione del Piano straordinario di assunzione di cui al DDG n. 767/2015, le continue e univoche pronunce del Consiglio di Stato sul Diploma magistrale , il problema ancora vivo del reinserimento (recentissime le decisioni adottate in cause patrocinate dal mio studio e vinte con Cds Ordinanza n. 247/2016 e Ordinanza n.5663/2015).
Di queste problematiche si è fatto portavoce lo stesso Cspi che prima di addentrarsi nei meandri della regola del concorso, mette in guardia sulla necessità logica e giuridica di non mettere sotto al tappeto i problemi irrisolti. Il parere espressamente richiama la necessità “di sanare la disparità di trattamento riservata alle docenti e ai docenti esclusi dal piano nazionale di assunzioni pur essendo iscritti nelle graduatorie di merito del concorso 2012 e nelle Gae provinciali” e ancora “di muoversi nella cornice disegnata dalle normative europee ..citiamo a mò di esempio la decisione della Corte di Giustizia Europea che ha giudicato in contrasto con il diritto europeo il rinnovo di contratti a tempo determinato”.
Lo stesso Cspi dunque fa emergere la realtà, il Piano straordinario di assunzione di cui al DDG n.767/2015 ha rappresentato l’unico vero e proprio concorso svolto finora, illegittimo, privo di ogni controllo istituzionale, privo dei dovuti pareri del Cspi e del Consiglio di Stato, privo di criteri e certezza legale, che pure ha malalmente distribuito posti di lavoro, scontentando e danneggiando tutti, sia precari e sia neo-abilitati.
La Tabella dei punteggi appare da subito squilibrata, da un lato i neo- abilitati meriterebbero un concorso tutto loro, mentre dovranno ancora spartirsi posti e cattedre con i precari della scuola che, invece, a loro volta, meriterebbero da anni e anni di occupare un posto di lavoro ed essere assunti nelle loro province.
Possibile che le sedi della politica, istituzionali, sindacali, non siano in grado di sciogliere questi nodi, eppure i posti di lavoro c’erano, le piazze si sono riempite… La speranza è che anche la magistratura non ceda il suo scettro e l’obiettivo sarà che venga confermato un orientamento chiaro nella materia concorsuale ossia la necessità di un preventivo corretto scorrimento delle graduatorie e il diritto di tutti a vedere realizzata la propria professionalità nella sua più ampia espressione, questi profili e le questioni in cui si controverte in ordine alla legittimità dell’esercizio del potere pubblico inerente alla decisione se indire un concorso o utilizzare una determinata graduatoria appartengono alla giurisdizione del giudice amministrativo, che presto sarà chiamata nuovamente a esprimere il suo giudizio sui numerosi profili illegittimi di questo Bando fantasma.