Tar Calabria – Sentenza n. 629 del 07-10-2009

(In presenza anche di un singolo episodio di goliardia o comunque di esuberanza tra compagni di scuola, è legittima una valutazione di sufficienza in condotta da parte dell’Autorità scolastica relativamente al suo autore, laddove l’episodio in questione possa ritenersi espressivo di un generale e più radicato atteggiamento vessatorio, che sia tale da costituire un ambiente sfavorevole per qualcuno dei compagni di classe, secondo il prudente apprezzamento dell’Autorità scolastica medesima).

Tar Sardegna – Sentenza n. 141 del 31-01-2009

Il giudizio finale sul grado di conoscenza raggiunto dal discente in una determinata disciplina costituisce il frutto di una valutazione complessiva del suo integrale percorso formativo – il giudizio di non ammissione non è inficiato dalla mancata attivazione dei corsi di recupero o dalla mancata comunicazione delle carenze nelle discipline alla famiglia – il Collegio Docenti, purchè prima dell’inizio degli scrutini, può liberamente stabilire a quali criteri i vari Consigli di Classe dovranno attenersi nel valutare gli studenti ai fini dell’ammissione alla classe superiore.

Tar Lombardia – Sentenza n. 213 del 23-01-2009

Il giudizio di non ammissione di uno studente alla classe superiore espresso dal Collegio dei Docenti, essendo espressione di discrezionalità tecnica, non è sindacabile dal giudice della legittimità se non sotto il profilo della manifesta irragionevolezza e dell’errore sui presupposti ictu oculi rilevabile, risultando ininfluenti in sede di verifica di congruità del giudizio reso dall’organo collegiale eventuali errori materiali nei quali potrebbe essere incorso qualche docente, atteso che gli stessi, anche se effettivamente riscontrati, non potrebbero mai svolgere una funzione compensativa di carenze sul piano della capacità di apprendimento e dell’impegno, che solo gli insegnanti sono in grado di valutare.

TAR Calabria – Sentenza n. 514 del 19-05-2008

In sede di scrutinio ogni valutazione deve essere eseguita collegialmente, dopo approfondito e puntuale esame per ciascun alunno, sulla base dei giudizi analitici dei docenti delle discipline di insegnamento; quindi, la situazione didattica di un alunno non può essere comparata con quella di altri soggetti. La promozione dell’allievo deve discendere da un motivato giudizio del Consiglio di Classe circa la possibilità che l’alunno, nonostante le carenze formative riscontrate, possa “raggiungere gli obiettivi formativi e di contenuto propri delle discipline interessate, nell’anno scolastico successivo” e possa “seguire proficuamente il programma di studi di detto anno scolastico”.