Petizione al Parlamento Europeo per lo sblocco della carriera del 2013 dei docenti italiani – recupero della progressione professionale

Gli avvocati Aldo Esposito e Ciro Santonicola hanno presentato una petizione al Parlamento europeo per lo sblocco della progressione stipendiale dei docenti di ruolo, precari italiani prima del 2010, al fine di recuperare la progressione professionale.

Si tratta di insegnanti con anni di precariato statale, travolti dagli effetti del “blocco della contrattazione collettiva nel comparto scuola”, che ha impedito l’avanzamento di carriera “durante l’anno solare 2013”.

Costoro lamentano la perdita dei benefici della progressione stipendiale, in violazione della normativa europea sui diritti dei lavoratori e sulla tutela dei salari.

 

IL QUADRO NORMATIVO

La clausola 4 dell’Accordo quadro sul rapporto di lavoro a tempo determinato, di diretta applicazione nello Stato Membro italiano, ha imposto al datore di lavoro pubblico (Ministero dell’Istruzione e del Merito) di riconoscere, ai fini della progressione stipendiale e degli sviluppi di carriera del corpo docente, l’anzianità di servizio maturata sulla base dei contratti a tempo determinato.

Tuttavia, il legislatore italiano ha dato vita ad un primo blocco delle progressioni di anzianità e degli automatismi stipendiali, per il personale del Comparto Scuola, attraverso il D.L. n. 78/2010, art. 9 comma 23, convertito nella Legge 122/2010, che recita “Per il personale docente, Amministrativo, Tecnico e Ausiliario (A.T.A.) della Scuola, gli anni 2010, 2011 e 2012 non sono utili ai fini della maturazione delle posizioni stipendiali e dei relativi incrementi economici previsti dalle disposizioni contrattuali vigenti”.

Successivamente, il D.P.R. 04 settembre 2013, n. 122, all’art. 1, comma 1, lettera b, ha prorogato il blocco degli automatismi stipendiali, per il personale del Comparto Scuola, fino al 31 dicembre 2013.

 

L’INTERVENTO NON DEL TUTTO RISOLUTIVO DELLA CORTE COSTITUZIONALE ITALIANA

La Corte Costituzionale italiana, con sentenza n. 178/2015, ha dichiarato l’illegittimità costituzionale delle norme che – sancendo il blocco della contrattazione collettiva nel pubblico impiego scolastico, per la parte economica del lavoro – avevano di fatto provocata la sospensione delle procedure contrattuali e negoziali.

Sono stati, di conseguenza, rimossi i limiti imposti alle procedure di contrattazione collettiva, destinandosi risorse per il recupero dell’utilità degli anni 2010, 2011, 2012 “ai fini della maturazione delle posizioni di carriera e stipendiali e dei relativi incrementi economici”.

Tuttavia, nel Comparto della scuola, dell’università, della ricerca, dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica, le preposte Amministrazioni ministeriali non hanno avviato la invocata procedura di contrattazione collettiva “per l’anno 2013”.

Tale impedimento alla progressione stipendiale non potrà che incidere sul trattamento pensionistico dei richiedenti. Pertanto l’intero servizio prestato nell’anno solare 2013 non è considerato utile né ai fini giuridici né ai fini economici per la progressione stipendiale, ritenendosi violata la normativa europea che tutela la libertà sindacale e il diritto di contrattazione collettiva.

Di fronte a questo scenario, i legali Esposito Santonicola – richiamando la normativa sulla libertà sindacale e sul diritto di contrattazione collettiva, la Convenzione europea dei diritti dell’uomo e il Trattato sul funzionamento dell’Unione europea – hanno interrogato la Commissione per le petizioni del Parlamento Europeo, affinché l’Autorevole Organo sovranazionale richieda informazioni all’Autorità Nazionale, organizzi eventualmente udienze pubbliche e inviti la Commissione europea ad intervenire per rimuovere definitivamente ogni vincolo al libero espletamento dell’attività sindacale, funzionale allo sblocco dell’avanzamento professionale “per l’anno 2013”.

 

SCENARI

Sarà compito del Parlamento Europeo indagare sul blocco della progressione stipendiale del 2013 per i dipendenti pubblici italiani, inclusi i docenti precari, e sulla violazione della normativa europea in materia di libertà sindacale.