Finalmente giustizia per i precari storici del mondo della scuola

La Corte Europea ha letto la sentenza sull’abuso dei contratti a termine senza una previsione certa per l’assunzione in ruolo.

La conseguenza più immediata della sentenza appena emanata dalla Corte Europea a Lussemburgo è che adesso 250mila precari possono chiedere la stabilizzazione e risarcimenti per due miliardi di euro, oltre agli scatti di anzianità maturati tra il 2002 e il 2012 dopo il primo biennio di servizio e le mensilità estive su posto vacante.

Una battaglia durata più di tre anni, che ha incontrato gli ostacoli e le reticenze di molti giudici nazionali, anche a causa di una normativa controversa e penalizzante.

Tuttavia, con la perseveranza e la costanza che caratterizza il nostro Studio, abbiamo portato la questione sin dinnanzi alle magistrature superiori, eccependo innanzi ai Giudici del Lavoro territorialmente competenti la doppia pregiudiziale –nazionale e comunitaria- per la violazione della direttiva comunitaria 1999/70/Ce attuativa dell’accordo quadro sul tempo determinato del 28/06/1999, recepito attraverso il decreto legislativo 368/2001. In particolare, è stato dedotto circa l’abusiva successione nel tempo dei contratti stipulati in totale spregio delle disposizioni di cui all’art 5 del D.Lgs 368/2001, con particolare riferimento all’intervenuto superamento dei 36 mesi, individuati dal comma 4 bis dell’art cit. quale termine oltre il quale il rapporto deve, a tutti gli effetti, considerarsi a tempo indeterminato.

Su un centinaio di contenziosi individuali, promossi sia da docenti che da personale Ata iscritti alla Gilda di Catanzaro (segretario prof. Nino Tindiglia) ed incardinati su tutto il territorio calabrese, la questione è stata ritenuta non manifestamente infondata dal G.L. di Lamezia Terme dott. Antonio Tizzano, il quale, con due ordinanze, ha rimesso le q.l.c. sollevate da C.D. e Z. G. innanzi alla Corte Costituzionale.

Anche la Consulta ha ritenuto fondate le questioni sollevate ed, a tal fine, ha rimesso gli atti dinnanzi la Corte di Giustizia dell’ Unione Europea, competente per materia.

I giudici comunitari hanno spiegato che la direttiva comunitaria osta a una normativa nazionale che autorizza, in attesa dell’assunzione del personale di ruolo, il rinnovo dei posti vacanti e disponibili, senza indicare tempi certi ed escludendo possibilità di ottenere il risarcimento del danno. Pertanto, ha spiegato la Corte, non esistono criteri oggettivi e trasparenti per la mancata assunzione del personale con oltre 36 mesi di servizio, né si prevede altra misura diretta a impedire il ricorso abusivo al rinnovo dei contratti.

Già il Procuratore Generale della Corte, con parere del 18.07.14, notificato all’avv. Edda Squillaci in data 01.08.14, aveva manifestato la condivisione delle questioni sollevate a favore del personale precario della scuola.

A questo punto occorrerà dare esecuzione alla decisione della Corte di Giustizia dell’UE, chiedendo al giudice nazionale la disapplicazione della normativa interna contrastante con la direttiva n. 1999/70/CE.

 

Avv. Edda Squillaci del Foro di Reggio Calabria, difensore dei lavoratori C.D. e Z.G., iscritti al sindacato Gilda di Catanzaro, con l’ausilio degli avv.ti domiciliatari Alfredo Villella (Lamezia Terme) e Rossella Barillari (Catanzaro).